Oggi dobbiamo misurarci con un contesto di violenza di genere sempre più grave e diffuso, che non fa distinzione tra condizioni sociali, culturali ed economiche. E, nonostante un progressivo miglioramento della condizione femminile, ci troviamo a vivere in un ambiente in cui le donne devono ancora lottare tantissimo per far riconoscere i loro più elementari diritti.
Un ambiente sociale e lavorativo in cui le donne che lavorano, se hanno anche una famiglia, necessariamente devono affrontare una fatica raddoppiata rispetto agli uomini. In consiglio regionale, su 60 consiglieri solo 9 erano donne.
Ebbene, in questa situazione sociale, lavorativa e culturale, crediamo che “la questione femminile” sia di centrale importanza.
Perciò è necessario garantire una maggiore presenza di donne a tutti i livelli di rappresentanza e in tutti gli ambiti, cosa che servirebbe ad arginare e a diluire, non solo la cultura, ma anche la politica patriarcale, e aiuterebbe a combattere il fenomeno della violenza sulle donne in tutte le sue forme (che sono tante dalla violenza domestica a quella economica, a quella psicologica, a quella del mondo dello sport, del mondo del lavoro e a quella linguistica), ma soprattutto consentirebbe di poter attuare politiche che mirano ad una vera parità di genere in tutti i campi, del lavoro, della sanità, della politica, della scuola, dello sport, della cultura.