La città del rispetto

La città del rispetto

Ricollegandoci al discorso dell’urbanistica al femminile, vorrei trattare il sistema dei trasporti cittadini, per far riflettere su quanto lo stesso sia nettamente sbilanciato a favore degli uomini, favorendo gli spostamenti tipici del lavoro pendolare. Le ricerche dimostrano come donne e uomini tendano a seguire due modelli diversi: -gli uomini si muovono in maniera più lineare, andando al lavoro alle 9 di mattina e tornando alle 8; -le donne seguono invece un pattern più frammentato e pedonale, fatto di piccoli spostamenti, dovuto al fatto che il lavoro di cura dei figli e degli anziani grava in massima parte sulla popolazione femminile.

Il ripensamento delle città deve quindi partire dalla scala di quartiere.

Prendiamo ancora una volta come esempio Parigi, la “città del quarto d’ora”: è un modello urbanistico che permette a ogni cittadino di raggiungere in quindici minuti, a piedi o in bicicletta, i servizi necessari per mangiare, lavorare, studiare, fare la spesa, andare dal medico, divertirsi, stare all’aria aperta, fare attività fisica. Al centro del progetto ci sono dunque le persone, le loro abitazioni, le loro esigenze fondamentali.

La mia idea è dunque quella di una nuova pianificazione strategica, territoriale e ambientale che metta al centro il ritmo “naturale” di vita nelle città, eliminando i fattori della mobilità frenetica e inquinante e promuovendo relazioni a beneficio di una migliore qualità della vita. La proposta di Parigi rappresenta un cambio di prospettiva e di mentalità. Se finora l’obiettivo era mettere in correlazione punti lontani della città nel minor tempo possibile, rendendo più agili e veloci gli spostamenti, oggi la sfida è ridurre la necessità di muoversi per soddisfare le esigenze primarie dei cittadini.

I quartieri residenziali diventano unità autosufficienti, vive e accoglienti, che integrano servizi, verde, uffici e centri produttivi, coordinati con la gestione dei servizi pubblici e le opportunità offerte dall’iniziativa privata locale. Senza contare che le strade, con un traffico automobilistico fortemente ridotto, smettono di essere spazi anonimi di passaggio, ma si trasformano in luoghi di socializzazione, consentendo anche di allargare e realizzare spazi comuni (parchi, fontane, orti urbani). Meno auto, più pedoni e ciclisti, più verde e luoghi di incontro: in altre parole, più città e più cittadinanza.