La città dei giovani, dei ragazzi e dei bambini: Formazione e contrasto al disagio giovanile.

La città dei giovani, dei ragazzi e dei bambini: Formazione e contrasto al disagio giovanile.

I ragazzi dai 10 ai 20 anni, se non hanno una famiglia alle spalle che li segue e li protegge, sono allo sbando. Se non hanno la fortuna di fare sport e non sono particolarmente appassionati allo studio, hanno come unica alternativa la strada, l’alcool e le droghe.

Oggi i ragazzini iniziano a bere super alcolici alle medie. Non possiamo lasciare tutta la responsabilità alle famiglie che se sono benestanti e fortunate possono permettersi di far fare ai propri figli tante attività, ma se non lo sono, lasciano i ragazzi alla mercè di se stessi.

I vecchi oratori delle parrocchie un tempo assolvevano a questa funzione, di consentire di fare sport, musica e attività teatrali e di gioco ai ragazzi di tutte le condizioni economiche.

Dobbiamo stanziare più soldi per i giovani, in politiche di prevenzione e di divulgazione nelle scuole, in politiche di incentivazione anche economica allo sport, alle attività artistiche, teatrali e alla musica.

Il contrasto al disagio giovanile va di pari passo con la promozione di uno stile di vita sano, dello sport, della musica e dell’arte, attraverso campagne di divulgazione e sensibilizzazione nelle scuole (prevenzione malattie, disturbi psicologici, uso di alcool e droghe, bullismo, uso del web, ecc.), ma anche attraverso la proposta di laboratori di teatro, di musica e approfondimenti su nutrizione e attività motorie e sportive, con giochi e stage, e conferenze mirate condotte da esperti delle varie materie.

E’ indispensabile la promozione di politiche alternative all’ozio e alla strada: escursioni a piedi o in bicicletta, scoperta del territorio, attività ludiche e di intrattenimento di vario genere, spettacoli teatrali e di musica, attività di volontariato e service, corsi di lingue e interscambi culturali, progettazione e sviluppo della socialità, della cultura del rispetto e della leadership.

Occorre creare team multidisciplinari per intercettare i disagi del territorio (maestri di strada, counselor, psicologi); ampliare l’offerta formativa (borse di studio, assegni di ricerca, dottorati innovativi); incentivare il ritorno in città dei giovani laureati e specializzati; incentivare programmi di formazione/impresa, programmi di formazione specifici su conoscenze finanziarie e utilizzo del digitale.

Tutte queste politiche possono essere attuate in collaborazione con gli enti no profit, le associazioni sportive e culturali, i teatri, le scuole di musica, le parrocchie e singoli volontari della società civile.